Il Cammino di San Benedetto è un salto indietro nei secoli, un’immersione nei luoghi che hanno visto nascere e svilupparsi il cristianesimo occidentale. Unisce l’eredità dell’Impero romano, la spiritualità medievale e la concretezza della Regola benedettina, ancora oggi attuale.
Tutto comincia da Norcia, in Umbria, città natale di San Benedetto, nato qui intorno al 480 d.C. da una nobile famiglia romana. La tradizione vuole che la Basilica di San Benedetto sia stata edificata proprio sulla sua casa. Dopo i terremoti del 2016, Norcia è diventata anche simbolo di rinascita spirituale e materiale, proprio come lo fu il giovane Benedetto che decise di lasciare Roma per fondare un nuovo modo di vivere la fede.
Nel cuore del Lazio si incontra Subiaco, una delle tappe più intense del Cammino. Qui, in una grotta oggi nota come Sacro Speco, Benedetto visse da eremita prima di attrarre seguaci e fondare 13 monasteri, tra cui l’antichissima Abbazia di Santa Scolastica, tutt’ora attiva. Ma Subiaco è anche il luogo dove, nel Quattrocento, nacque la stampa a caratteri mobili in Italia, grazie all’opera dei monaci benedettini: il primo libro stampato fu il De Oratore di Cicerone.
Il viaggio si conclude in un luogo carico di storia: Montecassino, dove nel 529 d.C. Benedetto fondò l’omonima abbazia e scrisse la sua famosa Regola, un insieme di precetti spirituali e pratici che guidarono per secoli la vita monastica europea. Distrutta più volte nel corso della storia – dai Longobardi, dai Saraceni, da Napoleone e infine dai bombardamenti del 1944 – è sempre stata ricostruita, diventando simbolo di resilienza della fede e memoria collettiva.
Il fascino del Cammino si cela anche nei suoi piccoli centri storici, dove il tempo sembra essersi fermato.
In queste località si respirano i valori benedettini non solo nei monasteri, ma anche nella cultura agricola, nell’ospitalità semplice e nell’amore per la conservazione del sapere, spesso ancora custodito negli archivi monastici.